02 agosto 2021 – Alessandro Cerutti
Si parla di bullismo sulle pagine torinesi de “La Repubblica”…
Si parla di bullismo sulle pagine torinesi de “La Repubblica”…
recensione a firma “n.g.” su Repubblica.
Riceviamo da Alessandro Reano, e volentieri pubblichiamo:
L’intento dichiarato è quello di fare emozionare… e ci riesce benissimo! Tanto le cronache quanto le riflessioni. Ho amato particolarmente le descrizioni delle persone(aggi?) descritti, sia di quelli che conosco personalmente sia di chi non ho avuto il piacere di conoscere:essenziali ma molto caratterizzanti.
Lo stile è molto scorrevole e piacevole, caratterizzato sia dalla sensibilità sia dall’ironia ( pacata ma sempre assai puntuale) che sono proprie dell’Autore.
Consiglio la lettura agli operatori sanitari che penso si ritroveranno facilmente nei momenti e pensieri difficili scaturiti dalla pandemia (a proposito… grazie Diego soprattutto per aver portato alla luce, con schiettezza, tante cose che talvolta abbiamo persino paura di ammettere nel nostro intimo).
Consiglio la lettura anche (e soprattutto) a chi non lavora in sanità: è l’occasione per avere il racconto emozionante, lucido, sensibile, senza abbellimenti di quello che é accaduto e accade in ospedale e nei mondi che lo circondano (famiglie comprese).
Una grande soddisfazione arrivare ai grandi quotidiani nazionali con i lavori dei ragazzi delle scuole primarie.
Grazie a Sara Strippoli per la sensibilità.
riceviamo e volentieri pubblichiamo:
una bella recensione a firma del prof. Gianluigi Camera
…“Ma non torna per te l’ora fuggita”
Valeria Amerano ha pubblicato la sua prima Raccolta di poesie: “Note di un carillon”, Edizioni Impremix Visual Grafika, 2021.
Apro, a caso, il volumetto:
…“Sulle pareti le ombre dei mobili/ che non ci sono più,/ ricordi come muri maestri/ cui si appendevano gli specchi/ spente le lampade dei sogni” …
E ancora:
…“Un palpito d’ansia/ che somiglia al ricordo della gioia/ ti mostrerà allo specchio/ sotto un velo di rughe/ il volto che non sei più” …
Persisto nelle aperture casuali:
…“Dirai bugie/ cui fingerò di credere./ Nulla somiglierà all’incanto del giardino/ nella prima stagione/”…
E più avanti:
“Ho diviso la cena con la sedia vuota/ e rimpianto la fugace intimità/ della parola e della pelle/ …
Solo ora capisco il significato profondo del titolo dato alla Raccolta: “Note di un carillon”. La scelta rimanda il lettore all’immagine dell’antico strumento che mentre ci rallegra col suono di vecchi motivi richiama la nostalgia di dolcezze e di gioie passate. I versi di Valeria propongono spunti e sentimenti antichi che il presente tende invano a cancellare. Penso sia questa la sigla che governa la poetica di Valeria: la struggente nostalgia di un passato che, travolto dall’urgere dell’oggi, ci ripropone, soffusa di tristezza, una realtà vissuta che non può ritornare se non richiamata dai versi.
“Torna tornando il sol per me la vita/ma non ritorna per te l’ora fuggita.” recita la meridiana della poesia omonima. Il motivo di fondo della nostalgia è declinato in mille forme diverse e prende vita da un’infinità di stimoli e di occasioni: il volto di una vecchia che contempla allo specchio le rughe; la meridiana che non riesce a far tornare l’ora fuggita, il senso incompiuto di un amore ancora chiuso nella pietra di occasioni mancate, il sogno della madre scomparsa che invita la figlia a non piangere… Ogni poesia si apre come uno squarcio di un passato gioioso e felice che illumina per un istante un presente precario ed insignificante. E dall’intervista di Valeria con la giornalista Rosanna Caraci ricavo alcune illuminanti considerazioni: possediamo veramente solo le cose che perdiamo perché solo il ricordo idealizzato riesce a darci la dimensione preziosa e più autentica dei nostri vissuti. E ancora: solo la poesia riesce a far rivivere i ricordi di ieri. La poesia di Valeria Amerano fiorisce nel richiamo impossibile di squarci ineffabili di vita.
Una considerazione ancora sullo stile di scrittura incisivo, essenziale, trasparente. L’ermetismo ne è bandito; emerge la chiarezza delle immagini che invitano ad una lettura avvolgente. Ma ogni lettura si conclude con la gioia interrotta di un bene che sfuma appena raggiunto per riproporsi sul richiamo dell’arte.
Su Terzo binario bella recensione sul lavoro dei ragazzi della 3C
Prosegue il viaggio dei ragazzi della “Classe in fondo al corridoio”… su Controcampus.it