25-06-2018 Giusy Barbagiovanni

Riceviamo dalla dott.ssa Ivana Bosone questo contributo:

Trovo molto interessante il libro di Giusy Barbagiovanni “…Una vita tra le figure animate”, nel suo modo di delineare il percorso formativo e interiore dell’artista e tanto più gradito in quanto quello dell’arte è, devo ammetterlo, un mondo a me in gran parte sconosciuto.

12-06-2018 Sante Bajardi

Il resoconto, a cura di Marco Travaglini, della manifestazione promossa in Consiglio regionale il 17 maggio scorso.

Sante Bajardi con il suo libro

“Dal dire al fare”, la passione civile di Sante Bajardi

Uno dei protagonisti più rilevanti della vita politica e amministrativa del Piemonte nel secondo dopoguerra

di Marco Travaglini

S’intitola “Dal dire al fare. Ricordi di un uomo impegnato” ed è l’autobiografia di Sante Bajardi, uno dei protagonisti più rilevanti della vita politica e amministrativa del Piemonte nel secondo dopoguerra.

Sante Bajardi negli anni ‘70

Il libro, edito dalla torinese Impremix, è stato recentemente presentato nella sala Viglione di Palazzo Lascaris davanti ad un pubblico attento ad ascoltare le numerose testimonianze di chi ha condiviso con Bajardi passioni e lotte civili negli ultimi decenni. Basata su una lunga intervista a cura di Mirella Calvano e Giovanni Romano, con una prefazione del costituzionalista e parlamentare Andrea Giorgis, la vicenda umana, politica e istituzionale di Bajardi si snoda per 180 pagine ricche di riflessioni, anedotti e ricordi.

Bajardi ad una cerimonia al Comune di Torino

Una storia appassionante quella del protagonista, dall’antifascismo alla guerra partigiana, alle grandi sfide di solidarietà e uguaglianza del dopoguerra, agli anni della riorganizzazione del Servizio sanitario, alla creazione del CIPES, il comitato per la promozione e l’educazione alla salute.

La copertina del libro

Prima imparare poi mettere in pratica quello che si è capito”: questo è sempre stato il principio ispiratore di Bajardi. Nato a Torino il 1° maggio del 1926, iniziò a lavorare come operaio metalmeccanico in giovanissima età, studiando di sera fino ad ottenere il diploma all’Istituto Amedeo Avogadro.

La presentazione del libro

Durante la seconda guerra mondiale Bajardi prese parte alla Resistenza nelle formazioni SAP torinesi della Barriera di Nizza e negli anni dopo la liberazione collaborò con l’amministrazione cittadina, attraverso le organizzazioni giovanili unitarie. Negli anni ’50 fu tra i più attivi dirigenti del PCI a Torino e Ivrea, nel Canavese e nel Pinerolese, tra i lavoratori di aziende come l’Olivetti, la Chatillon, la Riv di Villar Perosa e tra i minatori della Talco Grafite in Val Germanasca.

Un appassionato intervento di Sante Bajardi

Dalla sua esperienza con i lavoratori della tristemente nota IPCA (Industria Piemontese dei Colori di Anilina) di Ciriè, prese spunto il suo mai interrotto impegno per le politiche per la salute negli enti locali dov’è stato consigliere e assessore — da Grugliasco a Torino — fino al CIPES di cui è presidente onorario. Dal 1975 al 1980 ricoprì gli incarichi di vicepresidente della Giunta regionale del Piemonte e di assessore regionale ai trasporti e alle opere pubbliche, e nei cinque anni successivi venne nominato assessore alla Sanità. Diverse pagine sono dedicate a quest’esperienza che colloca Bajardi, a buon titolo, tra i “padri fondatori” dell’istituzione regionale.

Sante Bajardi oggi

Chi scrive ebbe modo di conoscere e apprezzarne lo spirito d’iniziativa e la competenza con la quale gestì la drammatica situazione venutasi a creare nell’estremo nord del Piemonte, in Valle Vigezzo, durante la terribile alluvione dell’agosto del 1978. E’ difficile riassumere la storia di quest’uomo che ha attraversato da protagonista le vicende piemontesi di oltre mezzo secolo e l’unico modo per averne la piena consapevolezza è leggere quest’intervista-racconto che si presenta come una delle più belle e intense testimonianze di chi ha fatto della passione civile la bussola della sua vita e del suo impegno.

12-06-2018 Anna Roberti

interessante articolo-intervista su Mosca oggi, il giornale italiano di Mosca, a cura di Alessandro Piazza

10-06-2018 Giusy Barbagiovanni

riceviamo l’interesante contributo di Patrizia Beck, donna dagli innumerevoli e molteplici interessi:

Nel libro di Giusy “…una vita tra le figure animate “ ho ritrovato tutte le Sue passioni: l’arte, la scenografia, le marionette, i miti, la lirica, l’India, la Sicilia, la ceramica, la stoffa, l’insegnamento, il teatro ed altro e tutto in lei emana: passione, conoscenza approfondita delle materie, creatività, sogno; l’essere una vera artista mai paga di scoprire, studiare, sperimentare; la scrittrice attenta ed entusiasta nel poter esprimere ciò che l’anima ha catturato e regalarlo a sua volta al pubblico attraverso le sue opere.
Voglio così poterla ringraziare per questo suo libro e grazie per aver mostrato tutte queste parti meravigliose di Lei.
C’è una foto che riprende Giusy nel 1989 mentre scolpisce la marionetta durante l’atelier di Kuruma Ningyo, il suo volto, il suo impegno, la postura attenta ed elastica, la sua concentrazione questo è, in parte, il metro che misura la sua serietà nel lavoro, da sempre; il colore, il sogno e il gioco, l’incanto, sono le sue doti magiche con cui sa “condire” le sue opere e la sua vita.
Grazie Giusy 
Patrizia  Beck

22-05-2018 Giusy Barbagiovanni

riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento della dottoressa Maria Carla Prette, autrice di numerosi testi di educazione artistica:

“Il libro di Giusy Barbagiovanni é stupefacente per la ricchezza e l’originalità dei contenuti. Una lettura non solo gradevole, ma istruttiva, perché ci trasporta in una dimensione della creatività umana raramente esplorata”.
                   Maria Carla Prette

02-05-2018 Giuseppe Giordano

Riceviamo da un attento lettore e volentieri pubblichiamo integralmente:

“Un libro che è un saggio, un insieme di storie, una duplice raccolta di poesie (scritte in due distinti momenti della vita dell’anziano autore, come Giordano stesso si definisce). Ma non solo, Il risveglio del demone è anche un diario, un dialogo aperto dell’autore con i lettori e con se stesso, è una testimonianza, è un percorso nella storia culturale e sociale che parte dagli anni Sessanta del XX secolo per giungere ai giorni nostri.

A scandire e unire il tempo ci pensano i nomi degli autori e della autrici citati e gli argomenti che si inseguono tra dotte citazioni, pensieri in libertà e riflessioni su ciò che era l’altro ieri ed è ancora oggi (tutto così uguale – tutto così diverso).

Va specificato che a fondere insieme le varie parti non c’è solo la maestria di Giuseppe Giordano, c’è il demone, lo spirito guida che riporta a Allen Ginsberg e Alda Merini, a Socrate e Platone, a Teeteto, Glaucone e Alice (sì proprio lei quella del Paese delle meraviglie e forse ancora di più quella del Dietro lo specchio – o meglio di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) e a Galileo Galilei (ma di già che si parla di stelle l’autore non si dimentica di Samantha Cristoforetti l’AstroSamantha di cui l’Italia di oggi mena vanto e che l’immagine viva del presente).

La poesia e le poesie diventano il tramite per una riflessione universale che ha come protagonista la vita stessa, raccontata unendo eventi culturali, testimonianze, scene di vita, ricordi lontani e vicini.

Filosofi, poeti, scienziati e letterati e le parti in prosa (quasi saggi storici) fanno da tramite tra le poesie di ieri che parlano di follia, che vogliono essere uno spettacolo teatrale, che riprendono i versi di un antico poemetto per raccontare il Processo a una strega (questo per quel che riguarda il passato ritrovato) e le poesie di oggi che diventano elegie e aforismi. Il tutto unito sì in un’unica sinfonia, che però è ricca di miriadi di sfumature e che quindi sa rinnovarsi ad ogni pagina percorsa.

Parole che si presentano, che cercano la provocazione, che invitano a essere lette per essere capite.

Ma tanti altri sono i momenti e gli autori/autrici evocati dalla forza del demone (in greco antico δαίμων, traslato in dáimōn, cioè “essere divino”) che ha la facoltà di generare ricordi e trasmetterli attraverso le parole che in questo libro scorrono in prosa e versi, in un prima, un durante e un qui e ora.

Davvero l’anima, il soffio vitale della memoria e dell’immaginazione, compie bene il suo lavoro e si bea ( e fa beare chi legge) di suoni e immagini che ci raccontano la vita nella sua bellezza e nel suo orrore (due facce dello stesso stupore).

La commedia narrata si chiude con brevi aforismi, ma il demone lascia aperta la strada ad altri percorsi, che in parte ha già narrato in altri libri e ci dice che ancora molto c’è da scoprire.

Il cerchio non si chiude, altre storie ci aspettano”.

Edgardo Rossi

27-04-2018 Rocco Campochiaro

Interessante articolo a firma Mariolina Notargiacomo nelle pagine culturali de  “La Nuova del Sud” in occasione della presentazione,a Potenza, del libro di Rocco…

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18-04-2018 Sante Bajardi

Sul numero 1/2018 di Promozione e salute, l’intervento dell’onorevole Andrea Giorgis che ha curato la prefazione del volume.