Liliana Carrillo si è trasferita in Italia dall’Argentina nel 1986 all’età di 34 anni. Adolescenza e gioventù le ha vissute tra dittature militari e poteri autoritari politici e sociali.
Preferisce però fare riferimento a quei momenti della sua vita che per lei hanno significato creatività, allegria, progettualità, bellezza, cambiamento. Per esempio, la nascita dei suoi quattro nipoti, i suoi viaggi in Patagonia, lo spostamento in Europa, l’incontro “dal vero” con la pittura italiana.
Per vivere la sua “seconda vita” ha scelto il Piemonte, terra della famiglia materna. È in ricordo del suo nonno, dal quale ha avuto le prime “lezioni” di apprendimento laboratoriale, che in questa pubblicazione si presenta anche con il cognome italiano.
Ogni volta che può, si dedica a fare lunghi giri in bicicletta e a seguire con passione rugby, gare di moto, cinema, letteratura… e a mettere un po’ di arte e leggerezza nella sua personalità, segnata dalla nascita da un bisogno inesauribile di autonomia e da uno spirito fin troppo critico.
Subito dopo gli studi in storia ha lavorato come ricercatrice del Consejo di Investigaciones dell’Università di Rosario e come docente di istituti d’insegnamento superiore. In Italia si è dedicata ad attività educative e formative nel campo dell’educazione ambientale e attualmente conduce ricerche e percorsi formativi per docenti riguardanti problematiche socio‐ambientali.
Ha realizzato numerose pubblicazioni in ambito lavorativo prima e dopo il 1986. Questo percorso bibliografico può leggersi come un lavoro metariflessivo dell’autrice sulla costruzione di conoscenza, oltre che come insieme di spunti per scoprire o rileggere alcuni autori e studi sull’evoluzione del pensiero.
Da un’intervista di Carla Gagliardi