12-06-2018 Sante Bajardi
Il resoconto, a cura di Marco Travaglini, della manifestazione promossa in Consiglio regionale il 17 maggio scorso.
Sante Bajardi con il suo libro
“Dal dire al fare”, la passione civile di Sante Bajardi
Uno dei protagonisti più rilevanti della vita politica e amministrativa del Piemonte nel secondo dopoguerra
di Marco Travaglini
S’intitola “Dal dire al fare. Ricordi di un uomo impegnato” ed è l’autobiografia di Sante Bajardi, uno dei protagonisti più rilevanti della vita politica e amministrativa del Piemonte nel secondo dopoguerra.
Sante Bajardi negli anni ‘70
Il libro, edito dalla torinese Impremix, è stato recentemente presentato nella sala Viglione di Palazzo Lascaris davanti ad un pubblico attento ad ascoltare le numerose testimonianze di chi ha condiviso con Bajardi passioni e lotte civili negli ultimi decenni. Basata su una lunga intervista a cura di Mirella Calvano e Giovanni Romano, con una prefazione del costituzionalista e parlamentare Andrea Giorgis, la vicenda umana, politica e istituzionale di Bajardi si snoda per 180 pagine ricche di riflessioni, anedotti e ricordi.
Bajardi ad una cerimonia al Comune di Torino
Una storia appassionante quella del protagonista, dall’antifascismo alla guerra partigiana, alle grandi sfide di solidarietà e uguaglianza del dopoguerra, agli anni della riorganizzazione del Servizio sanitario, alla creazione del CIPES, il comitato per la promozione e l’educazione alla salute.
La copertina del libro
“Prima imparare poi mettere in pratica quello che si è capito”: questo è sempre stato il principio ispiratore di Bajardi. Nato a Torino il 1° maggio del 1926, iniziò a lavorare come operaio metalmeccanico in giovanissima età, studiando di sera fino ad ottenere il diploma all’Istituto Amedeo Avogadro.
La presentazione del libro
Durante la seconda guerra mondiale Bajardi prese parte alla Resistenza nelle formazioni SAP torinesi della Barriera di Nizza e negli anni dopo la liberazione collaborò con l’amministrazione cittadina, attraverso le organizzazioni giovanili unitarie. Negli anni ’50 fu tra i più attivi dirigenti del PCI a Torino e Ivrea, nel Canavese e nel Pinerolese, tra i lavoratori di aziende come l’Olivetti, la Chatillon, la Riv di Villar Perosa e tra i minatori della Talco Grafite in Val Germanasca.
Un appassionato intervento di Sante Bajardi
Dalla sua esperienza con i lavoratori della tristemente nota IPCA (Industria Piemontese dei Colori di Anilina) di Ciriè, prese spunto il suo mai interrotto impegno per le politiche per la salute negli enti locali dov’è stato consigliere e assessore — da Grugliasco a Torino — fino al CIPES di cui è presidente onorario. Dal 1975 al 1980 ricoprì gli incarichi di vicepresidente della Giunta regionale del Piemonte e di assessore regionale ai trasporti e alle opere pubbliche, e nei cinque anni successivi venne nominato assessore alla Sanità. Diverse pagine sono dedicate a quest’esperienza che colloca Bajardi, a buon titolo, tra i “padri fondatori” dell’istituzione regionale.
Sante Bajardi oggi
Chi scrive ebbe modo di conoscere e apprezzarne lo spirito d’iniziativa e la competenza con la quale gestì la drammatica situazione venutasi a creare nell’estremo nord del Piemonte, in Valle Vigezzo, durante la terribile alluvione dell’agosto del 1978. E’ difficile riassumere la storia di quest’uomo che ha attraversato da protagonista le vicende piemontesi di oltre mezzo secolo e l’unico modo per averne la piena consapevolezza è leggere quest’intervista-racconto che si presenta come una delle più belle e intense testimonianze di chi ha fatto della passione civile la bussola della sua vita e del suo impegno.