02-05-2018 Giuseppe Giordano
Riceviamo da un attento lettore e volentieri pubblichiamo integralmente:
“Un libro che è un saggio, un insieme di storie, una duplice raccolta di poesie (scritte in due distinti momenti della vita dell’anziano autore, come Giordano stesso si definisce). Ma non solo, Il risveglio del demone è anche un diario, un dialogo aperto dell’autore con i lettori e con se stesso, è una testimonianza, è un percorso nella storia culturale e sociale che parte dagli anni Sessanta del XX secolo per giungere ai giorni nostri.
A scandire e unire il tempo ci pensano i nomi degli autori e della autrici citati e gli argomenti che si inseguono tra dotte citazioni, pensieri in libertà e riflessioni su ciò che era l’altro ieri ed è ancora oggi (tutto così uguale – tutto così diverso).
Va specificato che a fondere insieme le varie parti non c’è solo la maestria di Giuseppe Giordano, c’è il demone, lo spirito guida che riporta a Allen Ginsberg e Alda Merini, a Socrate e Platone, a Teeteto, Glaucone e Alice (sì proprio lei quella del Paese delle meraviglie e forse ancora di più quella del Dietro lo specchio – o meglio di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) e a Galileo Galilei (ma di già che si parla di stelle l’autore non si dimentica di Samantha Cristoforetti l’AstroSamantha di cui l’Italia di oggi mena vanto e che l’immagine viva del presente).
La poesia e le poesie diventano il tramite per una riflessione universale che ha come protagonista la vita stessa, raccontata unendo eventi culturali, testimonianze, scene di vita, ricordi lontani e vicini.
Filosofi, poeti, scienziati e letterati e le parti in prosa (quasi saggi storici) fanno da tramite tra le poesie di ieri che parlano di follia, che vogliono essere uno spettacolo teatrale, che riprendono i versi di un antico poemetto per raccontare il Processo a una strega (questo per quel che riguarda il passato ritrovato) e le poesie di oggi che diventano elegie e aforismi. Il tutto unito sì in un’unica sinfonia, che però è ricca di miriadi di sfumature e che quindi sa rinnovarsi ad ogni pagina percorsa.
Parole che si presentano, che cercano la provocazione, che invitano a essere lette per essere capite.
Ma tanti altri sono i momenti e gli autori/autrici evocati dalla forza del demone (in greco antico δαίμων, traslato in dáimōn, cioè “essere divino”) che ha la facoltà di generare ricordi e trasmetterli attraverso le parole che in questo libro scorrono in prosa e versi, in un prima, un durante e un qui e ora.
Davvero l’anima, il soffio vitale della memoria e dell’immaginazione, compie bene il suo lavoro e si bea ( e fa beare chi legge) di suoni e immagini che ci raccontano la vita nella sua bellezza e nel suo orrore (due facce dello stesso stupore).
La commedia narrata si chiude con brevi aforismi, ma il demone lascia aperta la strada ad altri percorsi, che in parte ha già narrato in altri libri e ci dice che ancora molto c’è da scoprire.
Il cerchio non si chiude, altre storie ci aspettano”.
Edgardo Rossi